Edward Osborne Wilson (1929-2021), uno tra i più stimati biologi al mondo, è il fondatore della sociobiologia, lo studio sistematico dell’evoluzione biologica del comportamento sociale.
Alla base della sociobiologia c’è l’idea che il comportamento degli animali (quindi anche dell’uomo) sia il prodotto dell’interazione tra eredità genetica e stimoli ambientali.
L’uomo ancora oggi è “primitivo”
Il nostro patrimonio genetico è, per la gran parte, ancora quello dell’uomo primitivo che viveva nella savana africana. Per questo l’uomo moderno è ancora attratto dalle posizioni sopraelevate, dagli spazi aperti, come i prati o i viali alberati (dove è più facile vedere i predatori avvicinarsi), oppure dall’acqua di un fiume, di un lago o del mare (la cui vicinanza fornisce opportunità di sopravvivenza).
Insomma, l’uomo è diviso in due metà, quella primitiva (indissolubilmente legata alla natura) e quella moderna (lontana dalle proprie radici e proiettata in un futuro solo immaginabile).
Negli ultimi decenni la corsa in avanti della scienza e della tecnologia è stata a dir poco sfrenata, troppo rapida perché la biologia umana potesse tenere il passo, di qui nasce la proposta di Wilson, solo apparentemente provocatoria: destinare metà del pianeta alla natura, lasciandole lo spazio necessario per potersi conservare e rigenerare.
Sebbene l’utilizzo dell’espressione “metà della Terra” possa far pensare ad una contrapposizione tra umanità e natura, l’obbiettivo di Wilson era quello di evidenziare l’appartenenza dell’uomo alla natura e la necessità di rispettare il delicato equilibrio della biosfera che, contrariamente alla convinzione umana, non ammette specie dominanti.
Biodiversità e benessere umano
Proteggere la biodiversità e l’ambiente equivale a salvaguardare il benessere umano. Per anni ci siamo ingannati ritenendo di dover salvare il pianeta, come se la cosa non ci riguardasse. Preservare l’ambiente equivale a salvare l’umanità. È giunta l’ora di dirlo chiaramente e forse di cambiare molti dei nostri modi di dire e delle nostre abitudini.
Il lavoro di Half Earth vuole partire da questo dualismo, ricercando una sintesi tra le due metà, un equilibrio tra opposti, basato sulla consapevolezza, il rispetto e la condivisione.